esseti, mafio, siete grandi eheheheh, ora scrivo un'ultima poesia dedicata al Kaliffo, visto che quando nominate donna Violanda, per la parcondicio devo citare anche il kaliffo, so come crick e crock, ehehehe

ma sul sito dei giovanotti c 'è la carrese scritta in dialetto? io non vado a vedere mi viene l'orticaria

Un detto paesano dedicato a Donna Violanda:'Ndelle 'ndell' e ndelle evvive 'u carre de giuvene belle, seconda a cettadella e 'i gevenuotte vanne pe' fafenevelle .

Giusè u strment n funzion bon hahaha

Ragà io ho trovato anche un libricino del 1928 di Domenico Sassi scritto tutto in sammartinese

Ragà io ho trovato anche un libricino del 1928 di Domenico Sassi scritto tutto in sammartinese

scusate ero talmente preso che non vi ho nemmeno salutati, ciao mafio, ciao Giuseppe

Condivido quello che dice Giuseppe, sicuramente il nostro dialetto merita, se poi consideriamo che per noi ha un valore importantissimo perchè ci riporta alle origini del nostro amato paese, credo che dobbiamo impegnarci e fare il possibile per farlo conoscere il più possibile.

Quelle tradizioni fortunatamente sono continuate, perchè ciò che è profondamente radicato nella cultura di una comunità trova in sè i modi e le forme per sopravvivere. E questo deve essere l'insegnamento per tutti noi e per le generazioni future, ridare vigore alle nostre tradizioni. Ognuno di noi scriva su un pezzo di carta tutto ciò che appartiene alle nostre origini, vecchie canzoni, vecchi proverbi ecc...oggi ci possono sembrare stupidi, ma domani faranno parte della nostra cultura, è così che si è scritta la storia, penne e calamari e senza computer, noi siamo avvantaggiati.

ciao giusè

costa zio lele non c'è. bellissimi quei versi

ciao costa, esseti, mafio... a dopo

devo andare... ci sentiamo dopo cena... a dopo... ciao

Io partirei da una analisi progettuale di cosa vogliamo ottenete. Questo tipo di progetto, non va improvvisato, va fatto un incontro, stabilire i punti che vogliamo trattare e decidere il taglio culturale da dare a tutta l'opera.

Potremmo certamente cominciare a fare delle ricerche e piano piano iniziare a mettere nero su bianco... come ogni opera, l'importante e crederci, credere nella sua importanza e .... cominiciare ...

ziolele, poi dopo la morte del mio bisnonno il dottor Sassi, molto attento alla vita paesana, aveva la preoccupazione di chi potesse continuare quelle tradizioni uniche, infatti un suo verso recita così:
E mò che Luch'è mort' e Ciauerè
pur'isse ce n'è jiute all'atu mònne
'a feste de San Biase chi 'a fa?
Quenzalve chi cavalle mò ce vè..nè mò nè mà..
Liott'u Pegnatàre nge chembonne...
'A feste de San Biase cia da fa? Traduco: E ora che Luca è morto e Ciaurè è andato anche lui all'altro mondo, chi farà la festa di San Biagio? Consalvo con i cavalli certo non ci verrà nè ora nè mai, e Liotte il Pignataro è incoerente e inaffidabile. Si farà ancora la festa di San Biagio??

Ciao Costa.....sei stanco??? Mi raccomando la prossima bici comprala bianco celeste.

ciao esseti

ciao gemma

Caro ziolele, io avevo la mia adorata nonna, che a sua volta adorava il suocero, tat Luc Du Pint, che quasi ogni giorno nel periodo dei carri mi raccontava quelle strofe del grande Domenico Sassi, mi sembrava di vedere un film, era bravissima a leggere il dialetto. Il mio bisnonno era devotissimo a San Biagio ed è morto il giorno della Candelora, il 02.02.1923.
Il giorno dopo tutti i cavalli di San Martino sono usciti dalle stalle per accompagnarlo fino al cimitero. Un insolito funerale come recita il Prof. Michele Mancini nel suo meraviglioso libro Tra cielo e Terra I libri li ho tutti, quello che mi manca è il bagaglio culturale (è un archivio vivente della storia Sammartinese) purtroppo inedito di Minguccio Lanese. Prima o poi gli romperò le scatole, visto che era grande amico d'infanzia di mio padre, e mi farò dire tutto quello che sa, mettendolo su carta. grazie ziolele